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Sì all’uso dei biosimilari per il trattamento delle malattie infiammatorie croniche intestinali, come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn, in linea con quanto sancito da Aifa, dall’esperienza clinica maturata dagli specialisti dal’uscita del primo farmaco biosimililare destinato a questa area terapeutica e dagli studi pubblicati in materia.

A sancire l’apertura verso questi prodotti - riconoscendone la capacità di creare sostenibilità per il Servizio Sanitario Nazionale e nuove opportunità per la cura del paziente – è un Position Paper pubblicato il 19 febbraio dagli specialisti dell’IG-IBD, Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Disease, esperti italiani specializzati appunto nella gestione delle MICI.

Il documento (che si intitola “Use of biosimilars in inflammatory bowel disease: a position update of the Italian Group for the Study of Inflammatory Bowel Disease (IG-IBD)” e reca le firme di Gionata Fiorino, Flavio Caprioli , Marco Daperno , Filippo Mocciaro , Mariabeatrice Principi, Angelo Viscido, Massimo Claudio Fantini, Ambrogio Orlando, Claudio Papi, Vito Annese, Silvio Danese, Maurizio Vecchi, Fernando Rizzello e Alessandro Armuzzi) è stato pubblicato il 19 febbraio sulla rivista internazionale di Gastroenterologia Digestive and Liver Disease

Nel testo gli esperti ricordano tra l’altro che il primo infliximab biosimilare per il trattamento della malattia infiammatoria intestinale (IBD) è stato introdotto nel 2013 e oggi sono otto i biosimilari alfa anti-TNF (tre per infliximab e cinque per adalimumab) approvati e autorizzati dall'Agenzia europea per i medicinali.

“I biosimilari - spiegano - offrono un grande potenziale in termini di risparmio sui costi e possibili consequenziali reinvestimenti nel sistema sanitario. La crescente conoscenza del processo di sviluppo e uso biosimilari nella IBD e la pubblicazione di molti studi clinici prospettici e di esperienze cliniche reali hanno progressivamente cambiato il punto di vista dei medici IBD”.

Il Position paper riassume tutte le posizioni aggiornate su questo argomento stressando in particolare i concetti di biosimilarità ed estrapolazione attraverso indicazioni, sicurezza e immunogenicità, intercambiabilità e commutazione, sostituzione automatica e infine l'educazione paziente sui biosimilari.

Sotto la lente, in particolare, l'informazione da dare al paziente e l'importanza della prescrizione medica, come peraltro sancito anche nell'ultimo Position Paper dell'AIFA. In quest'ottica IG-IBD si prepara ad organizzare nei prossimi mesi incontri regionali destinati proprio a far crescere la cultura biosimilare di medici e pazienti.

Raccomandazione principe:  il buon uso dei biosimilari non deve mai scadere nella una corsa al risparmio. "Sì" dunque allo switch singolo, da originator a biosimilare; "no" a switch multipli, se non effettuati con estrema cautela e sotto esclusiva indicaziona da parte del medico.