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Fare il vaccino anti-Covid è importante ma altrettanto importante è verificarne gli effetti nella popolazione in termini di risposta immunitaria e durata. A questo mirano due studi avviati dall'ISS: il primo, in collaborazione con la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), è dedicato agli anziani residenti nelle RSA, il secondo è rivolto a una popolazione più ampia, composta da circa 2000 persone.

Studio su popolazione generale
Per studiare la risposta immunitaria indotta dalla vaccinazione, sia quella di tipo ‘umorale’, cioè mediata da molecole che circolano nell’organismo come gli anticorpi, che quella di tipo cellulare, l’Istituto Superiore di Sanità ha infatti avviato uno studio longitudinale multicentrico su adulti sani e anziani fragili vaccinati con diverse tipologie di vaccino anti-COVID-19. Il monitoraggio coinvolgerà un campione di 2000 individui per ognuno dei vaccini attualmente disponibili nel Paese e comprenderà due gruppi: soggetti relativamente sani tra i 30 e i 65 anni di età e soggetti di età superiore ai 65 anni fragili (cioè affetti da almeno due comorbidità).
Il dosaggio del titolo anticorpale sarà effettuato a 1, 6 e 12 mesi dalla vaccinazione. Ad un anno dalla vaccinazione sarà inoltre misurata la risposta cellulo-mediata.  I dati raccolti forniranno informazioni sulla quantità e la qualità della risposta immunitaria indotta dai diversi vaccini in adulti e anziani fragili e, in via preliminare, sull’efficacia nel proteggere dall’infezione e/o dalla malattia.
La ricerca è  stata progettata in base a quanto previsto dal documento presentato il 2 dicembre 2020 al Parlamento recante le “Linee guida del Piano strategico per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19” (Decreto Ministeriale 2 gennaio 2021), elaborato da Ministero della Salute, Struttura Commissariale Straordinaria per l’Emergenza, Istituto Superiore di Sanità, AgeNaS e AIFA, per la necessità di raccogliere tempestivamente dati sulla risposta anticorpale e sulla memoria immunologica nelle persone sottoposte a vaccinazione anti-COVID-19 per informare le decisioni sul piano di vaccinazione nazionale anti SARS-CoV-2/COVID-19. Lo studio sarà coordinato dal Dipartimento di Malattie Infettive dell’ISS e coinvolgerà 8 centri ospedaliero-universitari dislocati sul territorio nazionale (Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Umberto I, Sapienza Università Roma; IRCCS Policlinico Ospedale Maggiore, Milano; Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna IRCCS Policlinico di Sant’Orsola, Università di Bologna; A.S.S.T. Ovest Milanese, Legnano (MI); Ospedale "Colonnello D'Avanzo" Policlinico Riuniti, Foggia; IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, Genova; Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico "Paolo Giaccone", Palermo; Università di Padova, ULSS 6 Euganea, Padova) e per il disegno campionario e le analisi matematico/statistiche la Fondazione Bruno Kessler, Trento.

Studio sugli anziani nelle RSA
Affidato invece a GeroVAX - lo studio avviato dall'ISS con la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) - il compito di valutare efficacia, sicurezza e durata delle vaccinazioni anti-Covid-19 nel contesto delle RSA, sugli anziani più fragili nei quali la risposta immunitaria potrebbe essere alterata o inferiore.
L’indagine ha l’obiettivo di coinvolgere 5.000 residenti in 90 RSA di 10 Regioni italiane, parte della rete del progetto GeroCovid RSA promosso dalla SIGG nel quadro di un più ampio studio multicentrico osservazionale, unico in Europa, nato nel marzo scorso per raccogliere dati sulla situazione reale degli anziani più esposti alla minaccia Covid. A oggi sono già stati arruolati oltre 2500 anziani nelle strutture di Veneto, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Per lo studio saranno registrate le eventuali reazioni avverse al vaccino nei primi 7 giorni dalla somministrazione e ne sarà soprattutto valutata l’efficacia, raccogliendo a 6 e 12 mesi di distanza dalla prima dose il numero di eventuali nuovi casi di Covid-19, gli accessi in Pronto Soccorso, i ricoveri ospedalieri e la mortalità. Quindi, su un campione di 779 anziani, sarà valutata la produzione di anticorpi prima del vaccino e a distanza di 2, 6 e 12 mesi dalla prima dose. In 40 pazienti sarà misurata anche la risposta immunitaria cellulo-mediata a 12 mesi dal vaccino. In questo modo sarà possibile stimare la durata della protezione vaccinale negli anziani più vulnerabili.

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Foto: Bud Helisson su Unsplash