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Tutti daccordo sulla necessità di cambiare una governance farmaceutica obsoleta, basata su tetti di spesa e payback,silos budget. Ma come cambiare? Opzioni e ipotesi operative sono state al centro della Tavola Rotonda "Drug policies and future priorities", moderata da Nello Martini.

 

Elasticità e concretezza basata sull’esperienza e sull’osservazione della realtà la ricetta suggerita da Enrique Häusermann, presidente Egualia: «L’esperienza di questo anno di pandemia ha messo a nudo tutte le debolezze del nostro sistema e ci ha costretti a inventare nuove modalità di lavoro e a trovare forme di collaborazione tra aziende e autorità regolatorie mai sperimentate prima - ha detto - . Trasformare in routine la capacità di cooperazione emergenziale che abbiamo sperimentato con successo in questi mesi è la strategia per trovare sistemi di governance flessibili, capaci di adeguarsi giorno per giorno al progresso scientifico e ai bisogni di cura emergenti nella popolazione».

Concreta la risposta al quesito posto da Martini, su quale possa essere la proposta tecnica sull'immediato: «Il metodo di lavoro - ha detto - deve premiare la dematerializzazione e la semplificazione di tutti i processi burocratici, garantendo certezza dei tempi e velocità di esecuzione dei procedimenti autorizzativi. Va anche  ridisegnato il meccanismo d’allocazione delle risorse prevedendon l'attività continuativa di programmazione e monitoraggio della spesa farmaceutica (i tetti vanno periodicamente rivisti per adattarli ai bisogni evitando che il payback diventi una tassa) da supportare con l’adozione progressiva di modelli di gain sharing (monitoraggio risparmi e reinvestimento con meccanismi premiali nei contesti dove sono prodotti) e razionalizzando e “normalizzando” la scelta dei canali di distribuzione nonché i meccanismi di prezzo e rimborso».

Questi - nel dettaglio - i punti cruciali su cui secondo Häusermann sarebbe necessario intervenire: 

  • revisione dei meccanismi distributivi alternativi alla convenzionata (come la distribuzione diretta e per conto) perché ci sono intere categorie di medicinali che potrebbero essere gestiti sul territorio, evitando al paziente inutili percorsi verso i presidi ospedalieri e concentrando i meccanismi di acquisto pubblico sui farmaci utilizzati esclusivamente nei reparti;
  • tracciare i risparmi generati da un uso appropriato delle risorse rispetto ai target non solo economici ma anche di trattamento clinico e introdurre adeguati cambi di rotta in corso d’opera per far fruttare al meglio i soldi stanziati per le cure destinate alla popolazione, procedura che rappresenta l’essenza dei modelli di gain sharing che - per essere attuarti - necessitano della reale interoperabilità dei sistemi di analisi dei flussi finanziari con quelli prescrittivi rispetto agli esiti attesi dalle terapie rispetto alle popolazioni target;
  • sostenere e orientare la ricerca e sviluppo sulle molecole consolidate nella pratica clinica e fuori brevetto, che oggi sta alimentando il segmento delle Value Added Medicines, farmaci a brevetto sui quali la ricerca è intervenuta a modificare o associare, in grado di migliorare la risposta assistenziale per diverse patologie croniche; 
  • migliorare la risposta del servizio reso al cittadino  sostenendo lo sviluppo dei servizi forniti dalla rete della medicina territoriale e i legami con la rete delle farmacie aperte al pubblico, sviluppando anche tutte le attività in remoto connesse a diagnosi, prescrizione e dispensazione della terapia farmacologica;
  • adottare di soluzioni digitali per la gestione dei percorsi diagnostico-terapeutici (PDTA) che faciliterebbe l’applicazione e l’uso del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), oggi implementato in quasi tutta Italia, ma ancora largamente sottoutilizzato; 
  • stoppare finalmente la dispersione e il mancato utilizzo dell’incredibile mole di dati clinici digitali recuperabili dal Fascicolo sanitario elettronico, tra cui figura il dossier farmaceutico, perché solo l’analisi puntuale di questi dati può consentirci di affrontare temi quali l’appropriatezza prescrittiva o la valutazione dell’outcome, per orientare “scientificamente” anche le scelte economiche del sistema;
  • rivedere i meccanismi di gara per le forniture ospedaliere, che attualmente rischiano di determinare la fuoriuscita di molte PMI, aprendo la strada a un dannoso “monopolismo di ritorno”, transitando dal criterio del prezzo minimo a quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, definendo quantità minime e massime per ogni lotto, e va parimenti garantito lo snellimento delle procedure di gara attraverso il sostegno alle gare multi–aggiudicatarie e la totale digitalizzazione dell’iter, per ridurre i costi e velocizzare le risposte.

Infine l'individuazione di quella che emerge come prima essenziale priorità che per Häusermann si identifica con il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza e delle prospettive che da esso possono derivare per la capacità del Paese di recuperare una parziale “autosufficienza” industriale nella risposta alle esigenze di salute della popolazione.

«L’ambizioso progetto presentato da tutte le sigle dell’industria del farmaco sotto l’egida del Cluster Alisei - ha spiegato - ha come presupposto fondamentalmente una governare del farmaco sostenibile (il sistema di prezzi e rimborso non lo è più per diverse categorie di farmaci), un sistema regolatorio efficiente ed una prospettiva di sicurezza per gli investimenti di medio e lungo periodo».  «Come è stato più volte sottolineato nei momenti più bui della pandemia e come sta emergendo in questi giorni affrontando la tematica dei vaccini il potenziamento delle capacità produttive del comparto farmaceutico nazionale - che rappresenta già un’eccellenza in ambito europeo – può rappresentare la chiave di volta di un percorso che metta in sicurezza le necessità terapeutiche del Paese - ha concluso Häusermann - . È un percorso importante che non può che portare benefici al sistema salute ma anche all’economia, perché da una industria farmaceutica ancora più efficiente, capace di garantire nuovi posti di lavoro qualificati, deriverà un contributo altrettanto efficiente al PIL e al benessere complessivo del Paese».

La registrazione deli lavori

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Foto: Gerd Altmann su Pixabay