Ancora una performance lusinghiera per il mercato italiano dei  biosimilari: 15 le molecole   in commercio (Adalimumab,  Bevacizumab, Enoxaparina,  Epoetine, Etanercept,  Filgrastim, Follitropina Alfa,  Infliximab, Insulina glargine,  Insulina Lispro, Pegfilgrastim,  Rituximab, Somatropina,  Teriparatide e Trastuzumab) hanno fatto registrare una crescita  del 5% rispetto all’anno  precedente, assorbendo il 48%  dei consumi nazionali (43% nel  2021) contro il 52% (57% nel  2021) detenuto dai  corrispondenti originatori.

Complessivamente – al netto  dei principi attivi con biosimilare  lanciato da dicembre 2021 - nell’arco del 2022 i prodotti  biosimilari hanno registrato una  crescita dei consumi del 4,1% rispetto ai dodici mesi  precedenti. Specularmente si è  registrata una contrazione del  11,2% delle vendite di tutti gli  altri farmaci biologici.

Sono ben 11 le molecole protagoniste sul mercato nazionale del sorpasso nelle vendite di biosimilare rispetto al biologico originatore, arrivando  ad assorbire oltre il 50% del mercato della molecola. Primo in  classifica Filgrastim biosimilare (farmaco essenziale per i pazienti in  chemioterapia citotossica), i cui biosimilari in commercio hanno assorbito  il 97,23% del mercato della molecola a volumi, contro un residuale  2,77% ancora detenuto dal biologico originatore. Seguono a stretto giro  gli anticorpi monoclonali Rituximab (95,36% del mercato a volumi) e  Infliximab (94,89%). Appena distanziate le Epoetine, con il 93,12% del  mercato e Bevacizumab, con l’92,08%.

 L’analisi del consumo di biosimilari per tutte le molecole con biosimilare in commercio conferma cinque mercati in testa alla  classifica. Primi Valle d’Aosta e Piemonte, con  una quota di biosimilari pari al 73,6% rispetto al mercato delle molecole  di riferimento. Seguono Marche (68,8%), Liguria (61,2%), Sicilia (59%)  e Toscana (58,1%). Fanalini di coda Lombardia (25,3%), Sardegna  (32,6%) e Calabria (36,4%).

 

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