Nel primo semestre del 2020 le 14 molecole biosimilari in commercio - Adalimumab, Enoxaparina, Epoetine, Etanercept, Filgrastim, Follitropina Alfa, Infliximab, Insulina glargine, Insulina Lispro, Pegfilgrastim, Rituximab, Somatropina, Teriparatide e Trastuzumab biosimilari - hanno assorbito il 33% dei consumi nazionali (30% nel 2019) contro il 67% (70% nel 2019) detenuto dai corrispondenti originatori.

Complessivamente da gennaio a giugno i prodotti biosimilari hanno registrato una crescita dei consumi del 20,2% rispetto ai dodici mesi precedenti. Specularmente si è registrata una contrazione del 9,1% delle vendite di tutti gli altri farmaci biologici.

Cinque le molecole protagoniste sul mercato nazionale del sorpasso nelle vendite di biosimilare rispetto al biologico originatore. Primo in classifica Filgrastim biosimilare (farmaco essenziale per i pazienti in chemioterapia citotossica), i cui biosimilari in commercio hanno assorbito il 96,,21% del mercato della molecola a volumi. Seguono a stretto giro gli anticorpi monoclonali Rituximab (91,45% del mercato a volumi) e Infliximab (90,93%). Appena distanziate le Epoetine, con l’87,63% del mercato e Adalimumab, con il 71,64%.

Ampiamente diversificato ma stabile il quadro dei consumi a livello regionale: in generale i biosimilari vincono soprattutto al nord.

Tenendo conto del mercato riferito alle nove molecole in commercio da almeno 3 anni (Enoxaparina, Epoetine, Etanercept, Filgrastim, Follitropina, Infliximab, Insulina Glargine, Rituximab, Somatropina), in testa ai consumi di biosimilari ancora una volta Valle d’Aosta e Piemonte, entrambe con quote di consumo di biosimilari del 77,19%.. Seguono Emilia Romagna (65,48%), Basilicata (47,47%), Toscana (47,38%). Fanalino di coda Lazio (15,87%), Puglia (16,03%), Liguria (16,81%) e Campania (17,02%). Da segnalare che tutte le Regioni hanno adottato delibere prescrittive che indirizzano verso il biologico a minor costo tranne Abruzzo, Emilia, Liguria e Umbria.