La seconda edizione dell’Osservatorio Nomisma sui farmaci generici persegue un duplice obiettivo: da un lato dà continuità al passato, offrendo dati aggiornati in grado di rappresentare la portata industriale, economica e sociale del segmento dei farmaci generici; dall’altro, offre un punto di vista indipendente circa il ruolo che la produzione dei farmaci generici ha rivestito nella gestione dell’epidemia da Covid-19, illustrando le strategie messe in atto dalle imprese per fronteggiare lo shock di domanda e le criticità di approvvigionamento, al fine di garantire l’erogazione costante e continuativa di un servizio essenziale per l’intera collettività.

Osservatorio Nomisma e farmaci generici: i dati del rapporto

In continuità con la precedente edizione, il rapporto si articola in quattro capitoli.

Il primo capitolo è indirizzato a fornire evidenze circa l’andamento del settore farmaceutico, con particolare riferimento alla struttura dimensionale delle imprese, alla base occupazionale, alla produzione e al valore aggiunto, agli investimenti effettuati e all’orientamento all’export.

Il secondo capitolo analizza i principali indicatori di performance e competitività delle imprese dei farmaci generici e l’impatto diretto, indiretto e indotto della loro attività sul sistema economico e occupazionale complessivo.

Il terzo capitolo è dedicato allo studio del mercato, con specifiche sulla spesa farmaceutica territoriale, ospedaliera e le procedure di gara delle strutture pubbliche.

Il quarto capitolo è rappresentato dal Focus tematico, quest’anno incentrato sul contributo del segmento dei farmaci generici nella gestione dell’emergenza da Covid-19 e realizzato grazie ad un survey somministrata alle imprese associate.

Proprio da questa esperienza emergono le indicazioni di policy per il sostegno e lo sviluppo della filiera industriale dei farmaci generici.

Osservatorio Nomisma e generici: le sfide future

Nell’emergenza sanitaria da Covid-19 il comparto farmaceutico si è trovato a dover dare risposta ad uno straordinario incremento di domanda e l’accelerazione oltremisura della produzione ha fatto emergere, ostacoli, colli di bottiglia, problemi di tenuta della catena del valore e limiti connessi alla rigidità autorizzativa.

Alcuni di questi limiti sono stati corretti e superati, in tempo reale, durante l’affannosa corsa produttiva per garantire i farmaci alla popolazione e nella fase dell’emergenza AIFA è opportunamente entrata nell’ottica di un sistema autorizzativo flessibile che ha permesso il rientro nel nostro Paese di farmaci prodotti o destinati all’estero.

Dal momento che il sistema flessibile ha funzionato è lecito domandarsi se alcune buone prassi attivate durante l’emergenza potranno fungere da riferimento per realizzare una mediazione, un punto di incontro, tra le procedure burocratiche pre-Covid e quelle post-Covid.

Si parla di pianificazione della sanità del futuro, ridisegnando un sistema di offerta su basi radicalmente nuove rispetto al passato. Non è possibile ridefinire il sistema sanitario senza immaginare di ridefinire anche il sistema di regole della produzione dei farmaci che di fatto sostengono il sistema medesimo.

L’emergenza Covid ha, inoltre, posto alla ribalta farmaci e principi attivi “dimenticati” la cui produzione, ampia e immediata, è stata fondamentale per salvare vite umane. Ciò è stato possibile perché comunque, seppur in quantità limitatissima, erano ancora in produzione: per questo è necessario rintracciare strade economicamente percorribili per mantenere in vita una “biodiversità di produzione”.

La pandemia mondiale ha mobilitato risorse europee di straordinaria portata quale il Recovery Fund. Si tratta di un’occasione unica, irripetibile, per affrontare il paradigma del cambiamento tecnologico di Industria 4.0. Le sorti competitive di questo mercato nel prossimo decennio si giocano in questa partita.